Nuovo Mercato di Testaccio Category: Unité Communication, Unité Heritage

Titolo del progetto
Progetto integrato Nuovo Mercato di Testaccio - Roma
Nome del Cliente
GEIM Spa
Origine del finanziamento
Project financing
Data
2006/2011
Membri dell'organizzazione
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
Attività fornite
Prospezioni archeologiche dei magazzini del porto fluviale di età tardo Repubblicana - età Imperiale.
About

E’ lo scavo archeologico più esteso della Città Eterna. Probabilmente il più grande scavo, su territorio urbano, di tutta Italia realizzato nel cuore, fisico e romantico, di Roma. A Testaccio nell’area compresa tra via Galvani, via Franklin, via Manuzio e via Ghiberti. Lì, dove ormai sorgevano pochi edifici (il Teatro dei Cocci e un campetto sportivo) la Giunta Comunale Veltroni ha realizzato il nuovo Mercato di Testaccio. Gli scavi, coordinati dalla Soprintendenza archeologica di Roma, hanno dato alla luce una elevatissima quantità di reperti e che dimostrano che nella Roma Imperiale quell’area, ai piedi del Monte Testaccio e vicina al vecchio porto Fluviale, ospitava magazzini per le merci e anche alcune realtà commerciali. Gli scavi archeologici sono iniziati ad aprile del 2005 e si sono avvalsi anche degli studenti dell’Università di Roma Tre, dell’Università di Lecce e della società Saf per riuscire a coprire l’intera area che supera un ettaro di estensione. Negli scavi urbani è stata rinvenuti una stratificazione che racconta l’intera storia dell’area che va dai magazzini di età imperiale, all’epoca dell’abbandono medievale quando la zona ospitava orti e vigne per passare alle vigne rinascimentali e barocche che coprono un periodo dal 1400 al 1800. Quello che si prefigurava come il tradizionale conflitto tra salvaguardia dei resti archeologici e realizzazione di opere di pubblica utilità e’ stato, invece, vissuto come un occasione di dialogo e di integrazione tra antico e moderno, a tutto vantaggio della città. All’ interno del mercato è in realizzazione anche un’area museale che illustri i ritrovamenti e delle aree destinate alla realizzazione delle attività didattiche per partecipare a forme di archeologia sperimentale.